IL CORO DELLA SCUOLA ALLA MANIFESTAZIONE “DIO SI FA BAMBINO. TERZA EDIZIONE”

Anche quest’anno il coro del I Circolo “Oberdan” ha partecipato all’ormai tradizionale evento, giunto alla terza edizione, “Dio si fa bambino” che si è svolto sabato 14 dicembre in Cattedrale. Una delegazione di 30 bambini del coro, delle classi quarte e quinte, ha cantato nel duomo per il Vescovo, sua Eccellenza mons. Luigi Mansi, e per tutta la città. In un freddo pomeriggio di Avvento i bambini hanno saputo scaldare il cuore di tutti i presenti, cogliendo l’occasione per porgere gli auguri natalizi alla guida spirituale della Diocesi di Andria e all’intera comunità scolastica cittadina.

Nella lieta circostanza, il coro della scuola ha eseguito due composizioni per voci bianche.

La prima si intitola Le lunghe, lunghe orecchie, una melodia dolcissima scritta dal compositore genovese Andrea Basevi Gambarana, docente presso il Conservatorio di musica di Alessandria e noto per le sue composizioni corali per bambini. Il testo è stato scritto dal poeta Roberto Piumini, particolarmente caro al mondo dell’infanzia per le sue poesie e i suoi racconti. Nel silenzio della grotta di Betlemme due docili animali, il bue e l’asinello, contemplano nella loro umiltà l’Amore fatto bambino.

Il secondo brano è una versione italiana di un canto tradizionale ucraino composto nei primi del Novecento e riscoperto nel 1936 dal musicista americano Peter Wilhousky, il quale ne scrisse un rifacimento che diventò talmente celebre da passare alla storia come uno dei più famosi Christmas carol statunitensi col titolo Carol of the bells. Si tratta di un ostinato in tonalità minore che ci immerge nelle fredde e silenziose notti dell’Europa continentale in cui irrompe il suono gioioso delle campanelle che a mezzanotte annuncia la nascita di Cristo.

In una Cattedrale gremita, il coro, diretto dalla maestra Mina Leonetti e accompagnato al pianoforte dal maestro Gianvito Pizzolorusso, ha eseguito con una perfezione quasi professionale i due brani di non facile interpretazione, portando, ancora una volta, alto il nome della scuola.